Saluto la mia bella macchinetta, l’accarezzo sulla testa e lei, tutta soddisfatta, mi fa pure un complice occhiolino con un fanale. Sono commosso, si. Mi vuole bene, non c’è niente da dire. Ripartiamo, le dico. E tu, buffone mio compare, che aspetti ad entrare? Ripiega quelle ali, forza che c’ho fretta. E subito siamo in strada. Dopo qualche chilometro arriviamo a Ferrara. Una freccia sbilenca e arrugginita ci indica
Felice e sfruttata? Come un cornuto Teresa che tutti chiamano Tesoro ci ripensa e le sboccia in bocca, istantanea, una domanda. Ma che stai berciando? Non ci badare, le rispondo, te lo dico un’altra volta tanto tu non lo capiresti. Ma… ancora non mi hai detto come ti sei accorta di aver perso quel talento da te tanto agognato. Me l’hanno detto. Chi? Come chi? Volta e Gabbana! Non ci servi più, fuori dai coglioni, h
Finito l’intervallo e terminata l’insopportabile sigla d’apertura riconquisto la mia posizione corretta dopo la temporale piroetta, alè! Sono ormai giunto all’altezza del ponte sul Po di Volano, a pochi chilometri da Ferrara. Il mio angelo custode, per fortuna, s’è appisolato. Come un passero stremato ha messo la testa sotto l’ala e adesso russa da far paura. Da sopra il ponte volto lo sguardo e, sul fiume, vedo una
Fermi tutti. Alt, stop. Si fermi anche il mio e il vostro tempo. Si fermi anche il componimento. C’è un bisogno estremo di lentezza. Cessi, certo, la nostra insensata corsa di parole. E allora mi siedo sull’argine del fiume. Sto in silenzio. E aspetto. M’aspetto che qualcosa accada. Nel mio intimo, però, spero che non succeda, che tutto resti quel che è. Così, com’è. Guardo l’acqua che, veloce, passa. Silenziosa e m
Riparto e mi dirigo verso il mare. Ci metto un’ora buona per uscire da Bologna, le strade sono tutte bucherellate e dentro ci saltellano allegramente le ranocchie che fanno cra, cra, cra. Finalmente arrivo all’autostrada ma questa ce l’ha con me e, per farmi un dispetto, ancora si divide. Tiro fuori la solita monetina. Testa o croce? Opplà! Croce! Urla il mio angelo custode contento come un bambino col suo gioco. Ver
Mi volto di scatto e faccio un salto ma… sono costretto a guardare in alto. Adesso mi vuoi dire che conosci anche la lingua delle ranocchie? Subito domando al mio angelo custode che intanto s’era arrampicato su una scala e, lì a mezz’aria, sbatteva lentamente le ali fingendo di volare mentre cercava, fischiettando, d’assumere un atteggiamento indifferente. Il cane bastardo tutto spelacchiato invece s’era messo ad a
Mi sveglio nel mio tempo che sono un uomo nuovo eppur diverso. Mi ritrovo seduto davanti al Teatro comunale. Al fianco ho il mio angelo custode con le ali legate con lo spago. Il cane bastardo tutto spelacchiato, invece, s’è accucciato sui miei piedi. Ma proprio lì ti dovevi ficcare? Vattene via, porta da un’altra parte le tue pulci! Intanto, come sempre, gli studenti indaffarati vanno di qua e di là e sento le note
Arrivato sotto le due torri e dopo aver cercato un parcheggio per un’ora, metto la mia due cavalli in divieto di sosta e m’incammino verso piazza Verdi, il cuore dell’Università dove ho studiato, qualche anno fa. Mi siedo davanti al Teatro Comunale e sento le note che esondano dal conservatorio, do re mi fa. E, con una dolce capriola, mi tuffo a corpo morto in un tempo ormai passato. Un tempo solo ricordato. E propri
Ma… da dietro la statua del Nettuno sbuca all’improvviso, con un triplo salto carpiato tutto intorcinato, un cane bastardo spelacchiato che gli azzanna un polpaccio, zac! Melampo, figlio di Mario e Settembrini Antonietta detta Tonia, strilla, urla, impreca alla Madonna e molla la bacchetta da rabdomante che, rotolando, si va a posare sotto la lapide dei caduti della Resistenza, ah! Adesso lui è lungo per terra e si
Dentro la mia due cavalli adesso siamo in tre: io, Melampo e l’Angelo annunciatore. Ma nessuno parla e cala su di noi, pesante come il piombo, una cappa di silenzio che, alla faccia delle mie intenzioni, per l’aria non fa volare una parola. Cerco allora, tanto per fuorviare la mia attenzione, di pensare ai fatti miei. Penso a quando sarò al mare, penso alle tette prosperose d’una comare, penso in perpendicolare, pens