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da venerdì 6 aprile APERITIVO LETTERARIO Lombardo dedicato allo scrittore GIORGIO FALCO

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Date/Time
Date(s) - 06/04/2018 - 24/04/2018
18:45 - 20:00

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APERITIVO LETTERARIO

Aprile 2018

Lombardo/Valtellinese

con dedicato allo scrittore GIORGIO FALCO

 

in collaborazione con Grappoli e Luppoli di Marc Pavia

e le Cantine Padroggi La Piotta dell’Oltrepò Pavese

Vini:

  • Pinot Nero – Bio E VEGAN – 100% Pinot Nero da vitigni in leggera vendemmia tardiva. Rosso tendente al granato. Profumi di frutti di bosco e liquirizia.In bocca caldo ed avvolgente con tannini evoluti ( non grezzi od agressivi). 15/20 Giorni di fermentazione in acciano con frequenti rimontaggi.
  • 89/90 – Bio e VEGAN – Blend di 70% Barbera e 30% Cabernet Sauvignon. Uve provenineti da vitigni selezionati. Profumo intenso ed elegante di Frutti rossi e prugna …ci si può sentire anche spezie ed erba…in bocca decisamente tannico strutturato ma morbido grazie al cabernet sauvignon e l utilizzo di Tonneau (botte grande) per 12 mesi.

Piattino degustazione:

SLINZIGA DI MANZO La slinziga è una piccola bresaola prodotta con carne di manzo, molto nutriente, povero di grassi, ricco di proteine, ferro e sali minerali. Per questo motivo  spesso presente nelle diete dimagranti e nelle diete degli sportivi. La carne salata a secco è fatta riposare in salamoia, successivamente viene fatta asciugare e stagionare a temperatura e umidità tali da determinare una lenta e graduale riduzione di umidità del prodotto. Durante l’asciugamento e la stagionatura, 30 giorni, si attivano fenomeni fermentativi ed enzimatici naturali che rendono il prodotto conservabile e digeribile. Ingredienti: bovino, sale, aromi naturali. conservanti: E252.

CACCIATORE DI CAVALLO E’ un salamino di piccolo formato, a breve stagionatura. Per i cacciatori la carne di cavallo viene mescolata alla carne di suino e al lardo di maiale. ingredienti: carne equina, suino, sale, aromi naturali, spezie, destrosio, latte in polvere. conservanti: E252.

CACCIATORE DI CERVO CORONA E’ un salamino di piccolo formato, a breve stagionatura. Corona deriva dalla forma a “ferro di cavallo” simile anche ad una corona. ingredienti: carne di cervo, sale, aromi, spezie, destrosio, lattosio, conservante E252 – E250.

PECORINO AI FICHI Pecorino di Rocca stagionato ai fichi..pasta bianca e cremosa. Descrizione: formaggio dal sapore nuovo e antico della frutta, e sin dall’antichità si gustava con il pane e il “cacio”. Sapore e aroma lievemente fruttati, ma non dolci. Nella produzione non vengono utilizzate materie prime contenenti o derivate da OGM. Stagionatura 45 giorni minimo. Ingredienti: latte di pecora pastorizzato, succo di fico liofilizzato (2,4%), caglio, sale, fermenti, aromi naturali. Trattato in superficie con olio di semi di lino. Crosta non edibile.

Allergeni: latte e i suoi derivati – latte di pecora pastorizzati (ingredienti). Origine del latte : ITALIA.

FORMAGGIO VACCA NERA Formaggio a pasta semicotta, viene prodotto con latte intero di mucche di razza Bruna Alpina pascolate e affienate in Valle Cavallina, sale e caglio. Un latte ricco di aromi per la presenza di numerose essenze nel foraggio collinare del territorio. Ha forma cilindrica con diametro di 23 centimetri circa, scalzo convesso di 8/10 centimetri e un peso di 3,8 chili circa. La stagionatura minima è di 30 giorni. La crosta è nera e la pasta si presenta morbida di colore giallo avorio con leggera occhiatura. Ha un sapore amabile, dolce ed aromatico.

La Val Cavallina è la valle del fiume Cherio, in provincia di Bergamo, nelle Alpi Orobie. Si snoda lungo il percorso del fiume per circa 30 chilometri, da Trescore Balneario a Endine Gaiano in direzione nord-est.

MIELE DI TIGLIO VALTELLINA – FORTINI

CALICE DI VINO + PIATTINO DEGUSTAZIONE  € 13

CALICE DI VINO + PIATTINO DEGUSTAZIONE + LIBRO = € 11 + € … LIBRO

Libreria del Mondo Offeso Piazza San Simpliciano 7 (MM Lanza) t. 02 36 52 07 97

L’APERITIVO LETTERARIO è dedicato OGNI MESE a uno scrittore, a un libro e alla regione di appartenenza legando così la cultura locale del cibo e del vino alla Letteratura.

APRILE lo dedichiamo alla Lombardia scegliendo cantine e prodotti Valtellinesi e, con grande onore, piacere e affetto lo dedichiamo a colui che noi riteniamo il più grande scrittore contemporaneo italiano, GIORGIO FALCO.

E’ VIVAMENTE CONSIGLIATA LA PRENOTAZIONE allo 02 36 52 07 97

Nato nel 1967 nella periferia di Milano sud, figlio di quella generazione degli anni ’50 emigrata al nord in vista del mitico “boom economico”, come molti dei milanesi di quella generazione…

Osservatore fine , sagace, ironico, amaro, moderno.

I suoi scritti sono una sottile denuncia al conformismo, al mondo del lavoro contemporaneo, al l’alienazione che lui considera strascichi del nazismo che ritroviamo spesso ambientari  nella periferia milanese o in paesaggi reali/surreali, luoghi/non luoghi…

GIORGIO FALCO è nato nel 1967. Ha esordito con Pausa caffè (Sironi 2004); per Einaudi Stile Libero ha pubblicato L’ubicazione del bene (2009) e La gemella H (2014, finalista al Premio Campiello, e vincitore, tra gli altri, del Premio SuperMondello, del Premio Volponi e del Premio Lo Straniero).

E’ VIVAMENTE CONSIGLIATA LA PRENOTAZIONE allo 02 36 52 07 97

CALICE DI VINO + PIATTINO DEGUSTAZIONE  € 13

CALICE DI VINO + PIATTINO DEGUSTAZIONE + LIBRO = € 11 + € … LIBRO

I LIBRI DI GIORGIO FALCO:

IPOTESI DI UNA SCONFITTA Einaudi 20017locandina aperitivo GIORGIO FB

Inserendosi in una tradizione letteraria che va da Ottieri a Volponi a Bianciardi, Giorgio Falco racconta il passaggio dalla produzione alla finanza. Un magnifico romanzo sulla sparizione del lavoro, che da narrazione epica diventa cronaca del fallimento.

«Non è solo autobiografia, è materia differita, la biografia di ciò che è impersonale e mi circonda e compone».

Lo sgretolamento di un Paese incarnato nel corpo, nella vita di un uomo.

Da bambino Giorgio Falco amava la divisa da autista degli autobus, che il padre indossava ogni giorno per andare al lavoro, tanto che a carnevale voleva vestirsi come lui, anziché da Zorro, chissà se per emularlo o per demolirlo. Questo romanzo autobiografico, dunque, non può che cominciare con la storia del padre: solo raccontando l’epica novecentesca del lavoro come elevazione sociale, come salvezza, Falco ne può testimoniare il graduale disfacimento, attraverso le proprie innumerevoli esperienze professionali, cominciate durante il liceo per pagarsi una vacanza mai fatta. Operaio stagionale in una fabbrica di spillette che raffigurano cantanti pop, il papa e Gesú, per 5 lire al pezzo (tranne Karol Wojtyła, che si fa gratis). Venditore della scopa di saggina nera jugoslava, mentre in quella che sarebbe diventata la ex Jugoslavia imperversa la guerra. Aspirante imprenditore di un’agenzia che organizza eventi deprimenti per le élite. Analista del credito per una multinazionale telefonica. Redattore di finte lettere di risposta ai reclami dei clienti: a un certo punto si rifiuta di farlo e viene confinato in uno sgabuzzino, dove mangia, beve, urina in una bottiglia e scrive. Sino a quando non si licenzia, per l’ennesima volta, e decide di sostentarsi con le scommesse sportive.

È la fine, o solo l’inizio. Perché questa è anche la storia – intima, chirurgica, persino comica – di un lento apprendistato per diventare scrittore, e di come possa vivere un uomo incapace di adattarsi.

LA GEMELLA H Einaudi 2014

La voce de La gemella H non è solo quella di Hilde: è un crepaccio che inghiotte le parole di tutti. La storia comincia nel 1933, a Bockburg, cittadina bavarese, dove nascono le gemelle Hinner, Hilde e Helga. Il padre Hans dirige il giornale locale, e spinto dall’ambizione vive sino in fondo gli anni del Terzo Reich, qui narrati da una prospettiva del tutto inedita: la merce. I debiti per la casa, la rincorsa all’automobile lussuosa, l’appropriazione della villetta del vicino ebreo, che dà inizio a una seria di speculazioni immobiliari, prima in Germania poi in Italia. Dal bagnino della piscina di Merano alle commesse della Rinascente nel dopoguerra milanese, fino alle sonnolenti stagioni balneari della Riviera romagnola, il racconto di «due mondi che si uniscono per sempre».

La storia di tre generazioni della famiglia Hinner, che dalla Germania di Hitler arriva all’Italia dei giorni nostri. A parlare è Hilde, testimone della sua stessa esistenza, ribelle inerte nel mondo progettato dal padre, dai padri. La sua voce, ora laconica ora straripante, narra ottant’anni di vicende private intimamente intrecciate al Novecento, «all’alba dei grandi magazzini», al turismo di massa, all’ossessione del corpo. Fino a innescare un cortocircuito che fa esplodere il nostro presente, denudandolo come mai prima era stato fatto. Se I Buddenbrook ripercorreva la decadenza di una famiglia tedesca dell’Ottocento, La gemella H non può che registrare il giornaliero «assecondare il flusso di eventi travestiti da soldi» di una famiglia ossessionata dai beni e compromessa con il Male. Decisa a dimenticare, pur di salvarsi.

«Succede nelle dittature e nelle democrazie, la quotidianità prende il sopravvento come una forma ottusa di rimozione, di difesa, e suggerisce la vita».

SOTTOFONDO ITALIANO Laterza 2015

Mio padre tornava a casa dall’ufficio e ripeteva ossessivamente una frase: “Sta diventando una cosa impossibile”. Ma che cosa o chi stava diventando una cosa impossibile? Qualcosa di più grande del lavoro e di più piccolo della vita? O era così debordante da essere più grande della vita? C’erano giorni in cui molte piccole cose che componevano la vita erano più potenti e importanti della vita stessa, che pareva un’entità misera, lontana. Allora fuori esisteva questa cosa che rendeva la vita impossibile a mio padre, a milioni di esseri umani e animali e vegetali, e la cosa diventava impossibile perfino per se stessa, si sarebbe suicidata senza rendersene conto, questa cosa che nemmeno si poteva definire continuava a lievitare, soffocava l’esistenza di tutto.

CONDOMINIO OLTREMARE L’Orma 2014

Sulla riviera romagnola, a due passi da un Adriatico di piombo, nel silenzio di gennaio, si trova il Condominio Oltremare. Le “seconde case” fuori stagione – allegoria lancinante di un presente assiderato, spoglio, eppure infinitamente enigmatico – attendono quiete, in solitudine, il ritorno dei loro proprietari. Un quarantacinquenne in fuga da Milano ripercorre, a ritroso, vicende collettive ridotte a frammenti (l’arrivo degli “uomini delle berline nere”, fra i quali Michele Sindona, che costruirono il petrolchimico di Ravenna e gli impianti balneari; la famiglia dei “tedeschi di Pomposa”, che finì tra le vittime della Strage di Bologna) e si interroga su se stesso, sui genitori defunti, sulla comunità assente. Fotografie non meno enigmatiche restituiscono la medesima sostanza feriale di questo tempo senza tempo. Non c’è autore, oggi, che quanto Falco interagisca con poetiche e prassi dell’arte fotografica. Le immagini di Sabrina Ragucci, sua compagna di sempre in questa e altre avventure, costruiscono una vera e propria traccia visiva, un “racconto” che non si sovrappone a quello scritto ma lo raddoppia in un controcanto di concretissima allusività.

UBICAZIONE DEL BENE Einaudi 2009

A venti chilometri in automobile dal lavoro e dal supermercato, come accade ai bordi di ogni metropoli, la città continua e diventa un altro luogo: Cortesforza. Come la contea di Yoknapatawpha in Faulkner e la Regalpetra di Sciasela, Cortesforza è un luogo tanto più vero quanto più è immaginario. Qui si vive un esodo eterno, e la giornata è ridotta a tragitti in tangenziale verso casa. Il lavoro non si vede più, è dappertutto, ha invaso i comportamenti quotidiani, affettivi. Per dare un senso alle proprie esistenze, gli abitanti di Cortesforza accendono un mutuo, traslocano in una zona nuova o “mettono in cantiere un figlio”. Ogni volta, però, lo svelarsi improvviso di una seppur piccola possibilità provoca una sconfitta irreversibile. Una commedia umana raccontata con sguardo lucido, impietoso, privo di giudizi. Nessuna apocalisse: solo un’inevitabile, comune disfatta.

PAUSA CAFFE’ Sironi editore 2004

Una sorta di tavolo anatomico sul quale sta distesa la vita dei lavoratori precari, temporanei, a termine. Una raccolta di voci che si leva dall’inferno del lavoro non-lavoro, del lavoro senza significato e senza speranze, del lavoro che abbruttisce dolcemente, del lavoro ridotto a pura forza: forza-lavoro. Uno sguardo crudele e disincantato che, raccogliendo un coacervo di microstorie, flussi di coscienza, dialoghi, istruzioni, narrazioni fredde, soliloqui, ritrae quello che è oggi il presente di molti, quello che forse sarà il futuro di tutti.