Mi fermo all’autogrill. Scendo dalla macchina pregustando il sapore del caffè di cui m’è venuta di nuovo una gran voglia.
Ma tutti ‘sti caffè non mi faranno male? Penso.
Ma che dico?
E allora i miei tentennamenti all’istante maledico. E con uno sguardo perso nel vuoto pneumatico della viabilità
Voglio un caffè punto e basta! Dico, alla faccia dei miei tormenti. E ci metto sopra anche una brioche. Ma guarda un po’!
Invece alla cassa c’è una donna che ha davanti… un fila della madonna.
Si sono dati tutti appuntamento? E adesso che mi metto sotto i denti? Mi domando.
Per necessità faccio un fioretto, certo, e decido per il digiuno. Uno slalom tra le mille delicatezze in mostra, che per tener fede al mio fioretto mi limito a guardare, mi porta sul piazzale. E da lontano vedo la mia due cavalli, con gli occhi grandi e la lingua di fuori.
È già stanca? Ma se siamo appena all’inizio del viaggio! E allora alla fine che farà? Andiamo bene! Mia cara e vecchia signora, così proprio non va!
A fianco si pavoneggiano una Porche metallizzata e un SUV tutto impolverato appena ritornato dal deserto dell’Afganistàn. La Porche sbatte gli occhi grandi come a dire
Guardate quanto sono bella, guardate che eleganza, sono una modella.
E alla due cavalli
Brutta befana bitorzoluta fatti rottamare, non vedi che ormai sei da buttare?
E il SUV
Io sono un duro, sono cattivo come Schwarzenegger e non c’è nessuno che mi possa toccare senza che io l’ammazzi.
Ah si? ‘Sti cazzi!
Risponde allora infastidita e, a dir la verità, anche un tantino maleducata (ma la capisco) la mia due cavalli che intanto a causa dell’incazzatura ha ripreso un po’ di fiato.
Non ti permettere, vecchia carcassa, vuoi che ti dia un pugno sul naso? Rincara la dose il SUV.
Prepotente! Esclamo da lontano.
E guardo la mia bella macchinetta che adesso mi fa davvero tanta tenerezza. La guardo con occhi languidi e non riesco a trattenere una lacrima isolata che va a cadere sulla mia scarpa, plof. Da quell’attimo di commozione mi riprendo e, evitando di tirar due calci a quelle automobili arroganti sfregiando così per sempre le loro carrozzerie lucenti, cerco d’aggrapparmi alla mia perduta felicità, già. Allora mi siedo sui gradini dell’Autogrill.
Povera mia due cavalli! Penso. In mezzo ad una Porche metallizzata e un SUV sbruffone! Che brutta situazione!
Ma adesso è arrivata l’ora d’andare.
Dove?
Ma come dove? Vi siete già dimenticati? Al mare!
M’avvicino lentamente alla mia bella macchinetta, apro lo sportello, mi siedo, metto le chiavi nell’accensione, aggiusto lo specchietto, mi guardo, ripenso al mio fioretto, ricompongo i capelli che intanto al vento s’erano spettinati, accendo l’autoradio, sintonizzo la stazione che mi piace, musica classica, finalmente un po’ di pace, metto in moto, guardo dei giapponesi che fanno le foto, lancio un’occhiata minacciosa alla Porche metallizzata, mani sul volante, marcia ingranata, piede sulla frizione, faccio per partire quando… In mezzo al piazzale vedo un bamboccione che con una bacchetta biforcuta fa il rabdomante.
Che cosa?
Si, annaspa sotto il sole alla ricerca di qualcosa che al momento non so dire.
Sarà acqua, penso io. Che vuoi che cerchi con quell’arnese da stregone?
Ma in una piazzola d’Autogrill? Che dico? Se trova qualcosa qui può trovare solo che petrolio!
Però il petrolio non si cerca con una bacchetta da rabdomante.
Ma quel bamboccione si, che vi devo dire?
C’ha in mano una bacchetta e, totalmente indifferente alle mie e vostre inutili obiezioni, continua a cercare. E aspetta.
Che cosa?
Che la bacchetta cominci ad oscillare.
Illuso!
Ma tanto è l’impegno che ci mette che mi fermo e lo seguo con la vista manifestando la mia più ampia comprensione. Ma…
Niente, neanche qui. Deluso, gli sento borbottare.
E vorrei anche vedere!
Che stai cercando? Allora gli domando.
Dici a me? Mi risponde un po’ distratto.
Certo e a chi?
Silenzio.
Allora? Mi vuoi dire quello che stai cercando?
Perché ti interessa tanto? Alfine si decide.
Sono di indole curiosa, che ci vuoi fare? Gli rispondo.
La curiosità è una puttana, tienila per te, che cazzo vuoi da me?
Ecco che il bamboccione comincia già a farmi innervosire.
Ma guarda tu chi mi doveva capitare.
Allora giro su me stesso, faccio finta di non aver sentito, guardo un uomo con la faccia da fesso, mi passo le mani sui capelli e gli dico
Dai, non t’arrabbiare, in fondo siamo tutti fratelli.
Ma proprio in fondo! Penso.
E quello apprezzando la mia ostinazione
Il tempo. Mi risponde.
Che? Mi viene spontaneo domandare.
Che c’è di strano? Il tempo, il tempo. Tu, per caso, sai che cos’è il tempo?
Si, ma…
Bene. Qualche essere sovrumano mi ha rubato il tempo.
E chi è stato?
Qualcuno che è rimasto ancora sconosciuto.
Insomma dalla breve conversazione arrivo alla conclusione che quel bamboccione sta cercando, con la bacchetta biforcuta del rabdomante, il suo tempo che qualcuno impropriamente gli ha rubato. Allora gli chiedo dove sta andando e, saputo che anche lui va verso il mare perché il tempo scorre come un fiume e che, quindi, da qualche parte dovrà pur sfociare, gli offro un passaggio sulla mia due cavalli che nel frattempo, dopo essersi riposata, con un po’ di trucco s’era rifatta gli occhi belli.