UNA BARCHETTA IN MEZZO AL MAR
Facciamo un gioco: raccattiamo da qualche parte un barcone in smantellamento e ci mettiamo sopra Napolitano (ops, che dite? Non si può toccare? Per meriti sconosciuti l’hanno fatto santo?), la Turco, Bossi e anche Fini (bisognerà cercarlo però, perché nessuno sa dov’è finito). E già che ci siamo anche una nutrita rappresentanza di razzisti nostrani d’ogni specie, dai più rozzi e beceri ai più equivoci e “raffinati”. Insomma facciamo una novella ARCA delle sottospecie più schifose dell’umanità e mettiamola in mezzo al mare. Facciamola navigare. A questo punto chiediamo aiuto al Dio creatore, visto che abbiamo delle aderenze col nuovo Papa che sta dalla nostra parte, e raccomandiamogli di scatenare una tempesta. Ma di quelle buone, non all’italiana. Di quelle, che ne so?, tipo Katrina, non un venticello buono solo a spettinare un po’ i capelli. Condiamola con una spruzzatina di tuoni e di saette e vediamo che faccia fanno i nostri eroi in mezzo al mar. Si cagheranno sotto? Fa niente, tanto la puzza è sempre la stessa. Nessuno di loro sa nuotare? Ben gli sta. E noi, da un’oasi di pace distesi in una sdraia sotto un ombrellone sorseggiando una bibita gelata, stiamoli a guardare. Ma con distrazione, così senza alcuna partecipazione. Solo uno sguardo veloce mentre, loro, annaspano per non andare in pasto ai pesci. Chissà cosa penseranno in quei momenti? Ci malediranno? Ci scommetto. E noi di rimando: avranno un contratto di lavoro? Conosceranno l’italiano? Penseremo tra una sorsata e l’altra della nostra bibita gelata. E no, senza lavoro tutti a casa loro! Ma che discorsi, li dobbiamo mantenere? Ma che c’abbiamo scritto in fronte? Jo Condor? E se qualcuno provasse ad obiettarci che quegli esseri fuggono dalla fame e dalle guerre noi potremmo sempre dire: ma che colpa ne abbiamo noi? L’hanno volute loro! Sono barbari incivili, così imparano. Si rimboccassero le maniche e si mettessero a lavorare come facciamo noi in Brianza. La smettessero di scannarsi come fanno gli animali. E allora? Sempre quel qualcuno ci potrebbe ancora domandare. Allora che? Noi siamo esseri civili, non ci possiamo mischiare. Alziamo muri alti fino al cielo e se anche questo non bastasse prendiamoli a cannonate, così imparano a darsi da fare e a restare a casa loro. E se per caso, ma è solo un’ipotesi, arrivassero sotto forma di cadavere sulle nostre spiagge mentre noi al sole mostriamo le nostre chiappe chiare, noi di certo non gli negheremmo un sacco nero e qualche parola d’umana commiserazione. Se poi la cosa apparisse grave anche una bella preghierina sarebbe d’obbligo e qualche lacrima di certo non eviteremmo di versare. Ma cos’è questo, un sogno? Oppure… Si, sarebbe l’ora che questo “oppure” diventasse una realtà. Sarebbe l’ora che la rabbia diventasse azione, rivolta, mobilitazione. Sarebbe l’ora d’incazzarci veramente di fronte all’indifferenza e alla falsa pietà seminata a piene mani. Sarebbe ora, finalmente, che di fronte a tutti quei sacchi in fila dove sono chiusi i nostri fratelli mort’ammazzati, i veri responsabili li buttassimo a mare.